La favola di Biancaneve: una strategia al bacio

Ovvero cosa si nasconde dietro l’immagine che per giorni ha invaso i social

Paola Palmieri 15/05/2021 0

Alzi la mano chi in questi ultimi giorni non si è imbattuto in qualche immagine che ritraeva la protagonista di una delle favole più dolci che ci siano. Biancaneve, nata dalla penna dei fratelli Grimm e resa celebre dal cartoon della Disney, è tornata in auge per una polemica venuta fuori dalla penna di due giornaliste della carta stampata: il San Francisco Gate. Ti sei chiesto quale e soprattutto contro chi puntavano il dito le due donne? 

Ma contro il principe azzurro! Reo – a detta loro - di aver baciato senza consenso la sua dolce principessa che, caduta in un sonno profondo, non poteva decidere se accettare o meno il bacio di vero amore. Il tam tam sui social non si è fatto attendere così come i diversi meme che sono spuntati come funghi e con essi una polemica infinita che ha chiesto alla Disney addirittura di rivedere l’happy ending della fiaba. Questi i fatti ma siamo sicuri che sia andata proprio così? Vediamoli più da vicino. 

Disneyland: la ripresa dopo 400 giorni

Siamo in California, precisamente ad Anaheim, e tutto nasce da una visita al parco a tema della Disneyland che, dopo più di un anno di chiusura forzata causa covid, ha presentato alla stampa uno spettacolo tutto nuovo e cioè alcune giostre del tutto rinnovate. Al centro della polemica, però, ne finisce una in particolare quella che con nuovi effetti, luci e suoni all’avanguardia ed un’atmosfera sognante riproduce il celebre bacio dato a Biancaneve dal principe. 

Un trenino accompagna i visitatori attraverso i luoghi di questa fiaba e mentre i 7 nani fanno capolino tra i turisti per il saluto finale, a dimostrare che il bene vince sempre sul male ecco che appare lui, il Principe azzurro, che si accinge a baciare sulle labbra la dolce Biancaneve. E se lei non volesse? Si interroga la stampa. Suggerendo alla Disney di rivedere la fiaba. 

Ma proviamo insieme ad analizzare la situazione con uno sguardo attento e critico e da tutta una nuova prospettiva: quella del marketing.

Biancaneve: una fiaba da acchiappaclic

Si tratta infatti di un’audace mossa messa in atto per richiamare l’attenzione sull’evento. Nessuna levata di scudi dunque. Parliamo di un piccolo quotidiano che ha lanciato un titolo sensazionalistico per attirare l’attenzione su di sé e ci è riuscito molto bene. La notizia a suoni di like è rimbalzata su diversi quotidiani online (anche più prestigiosi e non solo americani) e la storia così ha fatto il giro del mondo. 

Si tratta di un caso da manuale di click bait e qui scende in campo il marketing. Vediamo di cosa si tratta nello specifico e di quanto abili siano state le giornaliste di SFGate. Definizione vuole che il click bait parta proprio da un titolo esagerato e una notizia-non notizia il cui scopo è attirare più persone possibili, indurle al clic e quindi portare a casa un traffico maggiore e con esso un interessante rendimento pubblicitario. E qui di clic ce ne sono stati davvero tanti. Il web si è acceso e, sull’onda emozionale, ha condiviso a più non posso la notizia e su tutti i social network, nessuno escluso. 

E tu su quale social hai visto palesarsi l’immagine iconica del finale della fiaba di Biancaneve? Sei stato anche tu tra quelli a condividerlo con i tuoi amici e a scherzarci su? Se ti va condividi quest’articolo darai una nuova versione dei fatti. Ma soprattutto continua a seguire il nostro blog e non perderti i prossimi appuntamenti di marketing e non solo. Tante le novità!

 

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Gabriella Avallone 14/06/2021

Le Fake News che hanno fatto la storia
L’informazione ha un ruolo importantissimo, ora più che mai. Tramite internet siamo liberi di leggere e seguire le pagine che riteniamo valide ma spesso capita di incappare in qualche notizia falsa.   Dopo il periodo che abbiamo passato, vorremo certamente saperne di più, essere informati su tutto da ciò che accade nel mondo, conoscere a fondo persino ogni singolo dettaglio del prodotto che intendiamo acquistare.   Detto questo indubbiamente nessuno di noi vuole cadere in un blog di fake news. Tra i gossip dei personaggi più celebri fino ai drop di sneakers limited edition a prezzi stracciati, bisogna fare attenzione ed osservare sempre la fonte del messaggio.   Non siamo di certo gli unici ad essere a rischio fake news. Ebbene si, è una pratica che purtroppo trovava il suo spazio anche all’epoca. Vediamo quali sono state le Fake News che circolavano anche senza l’ausilio dei social.   Le fake news che hanno fatto la storia   La finta morte di Napoleone: Facendo un passo indietro, più precisamente al 1814, una sconvolgente notizia arrivò a Londra: Napoleone è morto, ucciso dai cosacchi. Messa in scena da un gruppo di “furbi” per guadagnare sui titoli di vendita governativi, siccome anche in mancanza di conferme ufficiali, la notizia diede un gran scossone alla Borsa.   La colpa ricadde anche su un politico e finanziare del tempo Sir Thomas Cochrane, il quale pur dichiarandosi innocente alla truffa fu condannato con l’aiuto di oppositori politici che approfittarono dell’accaduto per liberarsene.   La bufala della Luna: Andando avanti nel tempo, ovvero nel 1835, iniziarono a circolare articoli che descrivevano senza tralasciare alcun dettaglio il paesaggio della Luna. Un posto paradisiaco ed incontaminato, popolato da animali di ogni specie, compresi unicorni e uomini alati.   A testimoniare il tutto il dott. Andrew Grant, un astronomo noto per essere l’assistente di John Herschel, figlio dell’illustre William Herschel che scoprì Urano. La sua firma era leggibile sotto le pagine del New York Sun, dove venivano narrate le sue incredibili scoperte attraverso un potente telescopio. Peccato che solo anni dopo la gente si convinse del fatto che John Herschel fosse totalmente all’oscuro di questa vicenda e che chiaramente si trattasse di una bufala passata alla storia come “La grande Bufala della Luna” condotta da Richard Adams Locke, reporter che avrebbe cercato in questo modo di aumentare la tiratura del giornale presso cui lavorava.   Da questa vicenda si è capito poi che Andrew Grant non è mai esistito ma ad ogni modo grazie a questa vicenda, sono state rinvenute illustrazioni e storie fantastiche ad opera degli artisti del tempo.   Fake news a scopo politico: Girava voce del piano segreto degli ebrei di “impossessarsi di tutte le ricchezze del mondo”, un piano smascherato nel 1921 attraverso un’inchiesta del Times. Il testo comparve per la priva volta nel 1903 sul “Centurie nere” da un gruppo della destra ultranazionalista vicina alla polizia segreta russa. Lo scritto è stato spacciato come il verbale di una riunione tra i capi dell’ebraismo che si impegnavo a stilare il piano di dominio mondiale diviso in 24 protocolli. Il testo era intitolato “ I Savi di Sion” rappresenta una delle più antiche opere di letteratura complottista.   Diffuso probabilmente ad opera della polizia segreta zarista, che forse prese spunto da un antico scritto contro Napoleone III, il tutto rivisto in chiave antisemita.   Una fake news basata sull’inganno che diede un grande aiuto alla propaganda fascista per diffondere l’idea antisemita riuscendo quindi persino a sovvertire i valori di una società.   Fake News Involontaria: È il 30 ottobre 1938 negli stati uniti e tramite una trasmissione radiofonica “Mercury the Air” della CBS si raccontano sceneggiati tratti da celebri romanzi. Quella volta toccò al romanzo di fantascienza War of the Worlds di Hebert George Wells che venne simulato da Orson Wells in un notiziario speciale in modo così realistico che gli altri programmi del palinsesto si interruppero per divulgare aggiornamenti sull’atterraggio di astronavi aliene a Grovers Mill in New Jersey.   Il popolo statunitense andò nel panico ma questa fake news portò un grande ritorno pubblicitario al romanzo e Wells, a tal punto che gli venne offerto un contratto per la realizzazione di tre film sul grande schermo di Hollywood.   Fake news in campagna elettorale: Tra le bufala più recenti, quella che mise in discussione il luogo di nascita di Barack Obama. “Obama non è nato negli Stati Uniti” uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Trump che presumeva che Obama fosse nato in Kenia e naturalmente questo avrebbe ostacolato la sua posizione legittima di presidente degli Stati Uniti.   Illazioni che offrirono un buon dibattito anche sui social, dove non tardarono a girare campagne virali riguardanti la fake news.   A quanto pare le fake news nascono dalla necessità di distorcere la realtà per un proprio tornaconto, che sia per pubblicità, politica o anche solo per intrattenimento. Tra quelle all’ordine del giorno potrei citarne alcune riguardanti il Covid-19, come le persone che credono sia stato creato in laboratorio oppure che ci sia qualche collegamento tra il 5G ed i vaccini o qualche altra strana idea complottista ma immagino che di quelle avete già le bacheche piene.   Abbiamo visto quanto può essere rischioso dar adito a Fake News, quindi non caschiamoci ancora!  
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Gabriella Avallone 21/10/2020

Instagram for Business: le campagne da provare
Negli anni tutte le pianificazioni delle più importanti aziende passano per il social considerato uno dei più gettonati del momento: Instagram. Instagram è da sempre stato il social della comunicazione visiva per eccellenza, con foto di impatto e brevi video emozionali. Instagram è un social che ha avuto molto successo e a dimostrarlo sono i dati statistici che mostrano un guadagno pari agli 8, quasi 9, miliardi di dollari nelle tasche di Zuckerberg. Questo accadeva già nel 2018, si pensi che ad oggi nel 2020, 30% di queste entrate provengono dagli investimenti pubblicitari.   Come cambia la pubblicità sul social: Instagram nasce come luogo dove condividere foto, poi sembra andato sempre più a favore degli obiettivi di marketing, con le stories, le dirette ed ora anche le IG, per dare ancora più opportunità agli inserzionisti. Ma perché ad oggi Instagram si è aggiudicato il primato tra i social per la possibilità di fare advertising?   Scopriamolo subito!   1)      I post sponsorizzati: Collegando il profilo Instagram aziendale a Business Manager di Facebook sarà possibile gestire le campagne sponsorizzate. È proprio tramite questo strumento che sarà possibile crearle in modo creativo e allo stesso tempo gestirle i dati e monitorarne le analisi.   Post a raccolta: 2)      Un solo post non basta per tutti! Per chi possiede un negozio e-commerce ad esempio sarebbe più facile mostrare più di una scelta presente in negozio ad esempio. Proprio per questo motivo che nasce la possibilità di usufruire del formato raccolta su Instagram. In modo da poter strutturare la campagna con un layout a forma di griglia dove è possibile inserire almeno tre degli articoli sotto l’immagine principale scelta per la campagna.   3)      Le stories: L’80% degli utenti Instagram sono attivi e pubblicano costantemente stories. Il traffico generato dalle stories è tantissimo. Sicuramente a molti di voi sarà capitato di trovarsi a guardare una ads story, quindi sponsorizzata, mentre passa da un account ad un altro.   Molto spesso queste stories sono accompagnata dallo swipe up che consente all’utente, scorrendo verso l’alto, di accedere in modo diretto al sito o alla pagina prodotto dell’articolo in riferimento. La story rappresenta tra l’altro un attimo modo di fare storytelling, di raccontarsi, mostrando agli utenti la storia o il carattere, il tono, la mission, che si intende far trasparire al proprio brand. Per questo dietro la story dovrà esserci un pensiero sempre ragionato e coerente.   Video Ads: 4)      Cosa dire su i video ads? Rispetto ad una foto sponsorizzata, consente di ottenere un tasso di visualizzazioni molto più alto rispetto agli altri formati. Solitamente il tempo massimo di durata per un video arriva a 60 secondi, che fungono da veri e propri teaser per incuriosire l’utente, concedendogli solo un assaggio, come il trailer di un film, per poi indirizzarlo su altre piattaforme per saperne di più, come Youtube o direttamente il proprio sito web.     IGTV: 5)      Se l’idea è quella di pubblicare un video dalla durata più lunga e non sponsorizzato, è il caso di parlare delle IGTV. Questa funzione è molto utilizzata dagli influencer, perché anche se non sono promozionali, ottengono molto seguito. Ad esempio come credi che la popstar Rihanna abbia lanciato il suo personale marchio di make up, Fenty Beauty? Proprio tramite una IGTV.   Hai un brand e non sei ancora sicuro di investire in questo tipo di pubblicità? Condividi con noi le tue perplessità.
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Gabriella Avallone 29/12/2021

Il nuovo social P-ONE per mettere al centro l’utente
Viene definito un Social Power Network ed il suo obiettivo è porre l’utente sul piedistallo. Dare all’utente più considerazione sarebbe un modo per abbattere gli stereotipi e gli aspetti più superficiali della società con i quali ci imbattiamo troppo spesso sui social ai nostri giorni.   Questa esigenza sarebbe nata per rivoluzionare il modo in cui i social vengono utilizzati. Ultimamente si è infatti ancora più subissati di trend e pubblicità che influenzano le nostre scelte e non solo quelle di acquisto. Leggi anche “Prendersi una pausa da Instagram: ecco come”. Il nuovo social P-ONE  La sua descrizione sarebbe infatti quella di “una piattaforma in cui l’utente è al centro del progetto avendo un peso specifico nel decidere e influenzare prodotti e realtà di ogni tipo”.   A quanto pare questa nuova piattaforma, la P-ONE, tutta italiana, nasce dall’idea di due ragazzi e rappresenta un primo importante passo verso la “normalizzazione” dei social e verso una nuova concezione si se stessi. Come funzionerà il nuovo social  Non abbiamo visto l’anteprima ma ecco come dovrebbe funzionare la piattaforma. Sarebbe un vero e proprio network, all’interno del quale ogni utente potrà raggiungere il livello di visibilità che più desidera, semplicemente interagendo con ciò che gli piace. Infatti quello che si vedrà all’interno del social sarà scelto interamente dall’utente. Ogni giorno gli verrà proposta una nuova challenge e solo i vincitori potranno scegliere le successive.   La piattaforma è creata in modo tale che ogni scelta converga nelle mani del singolo, al quale quindi viene attribuita l’importanza decisionale e quella di avere visibilità interagendo con ciò che più gli piace.   Nella Home saranno visibili anche i commenti di tutti gli altri utenti nel mondo alla suddetta challenge proposta e si potranno votare da una scala da 6 a 10, manifestando in questo modo il proprio consenso alla scelta. È stato definiti da alcuni un social utente-centrico. Difatti il giudizio può essere espresso solo attraverso il sistema numerico consente di valutare le risposte degli altri utenti, alimentando spirito critico e un sano confronto. I partecipanti delle challenge avranno così la possibilità di conoscere il parere di un range di utenti molto ampio su determinati temi che più gli interessano. Ognuno potrà decidere se limitarsi a vedere il parere degli utenti da tutto il mondo o offrire il proprio punto di vista e mettersi quindi in discussione, confrontandosi con chi la pensa come lui su temi appartenenti alle stesse categorie.   Solo i più votati quindi i vincitori della challenge, secondo il parere degli altri utenti interessati a quelle tematiche, lanceranno il prossimo trend e sceglieranno la nuova sfida.   A quanto pare il social è già scaricabile e da Apple Store ha in breve tempo ottenuto una valutazione del 4,5 %. Lo scaricherai?
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