32 articoli dell'autore Paola Palmieri

Paola Palmieri 20/11/2020 0

Lead generation: definizione e proposte utili

Letteralmente generazione di contatti: la Lead generation è quell’insieme di azioni di marketing che, attirando potenziali clienti a sé, ha come obiettivo l’acquisizione degli stessi. Nel marketing è diventato essenziale portare avanti delle buone strategie per incrementare il business e la Lead generation è una di queste. Approfondiamola insieme.  Cos’è la Lead Generation Acquisire nuovi clienti con la Lead Generation equivale a intessere relazioni e far crescere la fiducia di nuovi clienti, passo dopo passo, per far sì che questi scelgano la tua azienda per la prima volta e poi seguitino a farlo sempre preferendo il tuo prodotto-servizio. Se prima quest’acquisizione avveniva vis a vis ora il web ha stravolto i piani. Ad oggi strumenti come i siti web, i social network o l’e-mail marketing hanno cambiato volto al modo di fare Lead generation. Il Lead altro non è che un cliente potenzialmente interessato al tuo prodotto-servizio e che, in qualche modo, è entrato in contatto con la tua azienda lasciando i suoi dati. Stilare una lista di contatti diviene fondamentale in questa fase per portare avanti correttamente la tua strategia e per farlo occorre utilizzare più strumenti insieme: sia offline che online. • Strategie offline: ricorre al passaparola, alle chiamate, all’acquisto di passaggi pubblicitari in televisione e in radio, alla partecipazione a fiere o ad eventi di settore.  • Strategie online: ad oggi rappresenta uno dei più autorevoli mezzi di Lead generation e di conversione. Va infatti impostato un percorso ben preciso per poter trasformare i lead in clienti fidelizzati e che darà i suoi frutti nel medio/lungo periodo facendo crescere il fatturato.  Lead generation: gli strumenti Per ottenere i risultati sperati dalle campagne di Lead generation è necessario adoperare gli strumenti più opportuni. Nel mondo digital parliamo di: • SEO • SEM • Content Marketing • Social Media Marketing • Email Marketing. Uno degli strumenti più gettonati è rappresentato poi dalle "Squeeze Page", in cui viene fornito agli utenti un contenuto di valore (ad esempio un video-tutorial) in cambio dei propri dati personali, per iniziare a creare così un database profilato di potenziali clienti. Inizia ad entrare in sintonia con loro: questa è la base da cui partire per comprendere al meglio i loro desideri.  Lead Nurturing ovvero come ti coccolo i clienti Le aziende spesso fanno un errore: una volta ottenuti i contatti li abbandonano. Qui ci torna utile il concetto di Lead nurturing ovvero tutte quelle attività che consentono alle aziende di instaurare una relazione con i propri lead attraverso canali atti a “convertirli” in potenziali clienti. Questo è il compito più difficile e il Lead nurturing è parte di una più ampia strategia di marketing, che ha inizio dall’acquisizione del contatto fino all'acquisizione finale.  Perché la Lead Generation è importante per il business Fondamentale, in questa fase, capire quanti potrebbero essere i tuoi clienti, quanto fatturato ne può derivare mettendo in campo le strategie più opportune e quale il costo finale. Il vantaggio è quello di partire da una lista di contatti interessati all’azienda: sviluppa il tuo business a partire da questo strutturando un percorso chiaro. Il principio base? Quello di un funnel di vendita in cui si guida il cliente fino alla fase finale di acquisto. Come? In 5 fasi:  1. acquisizione traffico 2. attrazione 3. conversione 4. fidelizzazione 5. vendita.  Ogni strategia va cucita su misura dell'azienda in questione e nell'ottica di soddisfare i bisogni del cliente. Una buona campagna online consente di acquisire clienti riducendone anche i costi di acquisizione. Come? Attraverso un lead magnet: dal Facebook advertising agli articoli sul blog scegli quello più adatto a te. Prova a incrementare il tuo business e a convertire i lead in clienti con questa strategia: approfondisci altre tematiche connesse su marketing e non solo! 
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Paola Palmieri 13/11/2020 0

Marketing politico: cos’è e come pianificare la giusta strategia

Facciamo un salto indietro nel tempo. Come veniva gestita agli inizi la comunicazione politica? Essa avveniva solo ed esclusivamente nelle piazze cittadine. Era proprio questo lo spazio che accoglieva i politici con i loro colori, banchetti e bandiere per attrarre gli elettori e portare avanti le campagne elettorali. Poi, con il passare del tempo, si è aggiunto qualche elemento o meglio qualche strumento in più: prima la radio, poi la tv e, infine, l’era di internet. Ai giorni nostri, tanti i canali social che hanno iniziato lentamente a svuotare le piazze e a far entrare direttamente nelle case degli elettori i politici. Chi si occupa di politica deve essere prima di tutto un buon comunicatore: ricco di valori sì ma soprattutto in grado di trasmetterli. In secondo luogo, un buon marketer potremmo aggiungere. Come fa un leader politico a fare leva sulla visibilità e sulla pubblicità presente nel web per vincere le elezioni? Scopriamolo insieme.  Cos’è il marketing politico? Negli anni recenti la politica ha cambiato volto divenendo un’esperienza emozionale. L’elettore deve sentirsi complice di un processo e parte fondante di esso. Questo il motivo per cui i politici devono conoscere i propri elettori e rispondere ai loro bisogni per avere poi un riscontro positivo in termini di voti. Il marketing politico, un po’ come il marketing tradizionale, ha proprio questa finalità: anticipare i bisogni e i desideri delle persone ma il vero segreto sta nel sedurre l’elettore per poi trattenerlo, mantenendo le promesse elettorali. La costruzione di un’immagine politica valida non va mai improvvisata ma costruita giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. Vediamo come. Come funzionano le campagne elettorali Oggi è il web la nuova piazza su cui confrontarsi, una piazza dalla risonanza altissima e nella quale bisogna muoversi consapevolmente. Il web marketing è e deve essere il canale da privilegiare per la comunicazione politica. Il che si traduce in: • utilizzare social network • inviare e-mail • creare campagne sponsorizzate Vediamo insieme come costruire strategicamente un buon piano di marketing politico: cosa non deve mancare? Scopriamolo insieme. Le strategie di web marketing  1. Utilizzo di un linguaggio semplice.   • Non usare frasi troppo lunghe • Non inserire troppi numeri • Aiutarsi con le immagini • Usare parole di uso comune.  2. Creazione di una mailing list per mantenere una linea diretta e costante con gli elettori. Suddividi i destinatari in:   • elettori • influenzatori • attivisti.    3. Uso dei social network con professionalità e competenza. I più usati? Facebook e Twitter che, nell’ambito della comunicazione politica, ti consentono di:  • organizzare eventi pubblici in poco tempo e con una spesa minima • produrre video  • fare dirette • creare gruppi  • diffondere idee con il giusto hashtag!  4. Creazione di campagne sponsorizzate che, con una pubblicità mirata e un budget ben definito, può puntare a raggiungere più persone possibile.   • Un pubblico già acquisito: la propria mailing list • Un pubblico determinato sulla base di dati demografici • Amici o conoscenti  • Un pubblico identificato in base agli interessi: quello tendenzialmente più interessante. Un esempio concreto: Trump vs. Biden Stiamo parlando di due campagne elettorali condotte in maniera diametralmente opposta ed ora, ad elezioni concluse, sappiamo chi è il vincitore e possiamo guardare con occhio attento alle strategie messe in campo. Trump ha puntato tutto sullo scontro, il suo sfidante no. Il risultato? Gli elettori hanno premiato quest’ultima linea.  Ma partiamo con Trump uscito vincitore dalle presidenziali del 2016 proprio grazie alle sue strategie di marketing. A curarle anche questa volta Brad Parscale sostituito da Bill Stepien poi. Grossi gli investimenti (si parla di più di 170 milioni di dollari) su Facebook, Google e Youtube su cui sono apparsi diversi spot. Twitter il canale privilegiato di comunicazione dal presidente. Diversamente dalla campagna dei repubblicani, quella democratica di Joe Biden invece si è rivelata essere ben più dinamica e originale. 60 i milioni di dollari investiti e che ha visto la presenza del candidato non solo su Facebook e Twitter ma anche su Instagram Reels, Twitch e Animal Crossing. Il digitale si è rivelato il suo punto di forza: il team di Biden ha addirittura creato un’app “VoteJoe” per ricordare agli utenti chi tra i contatti non è elettore abituale e invitarlo al voto.  Continua a seguire il nostro blog per altre informazioni di marketing… e non solo!  
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Paola Palmieri 06/11/2020 0

Tik Tok For Business: app tagliata per il successo

Tik Tok nasce in Cina nel settembre del 2016 con il nome di Douyin (letteralmente “shaking sound”) e, a distanza di quattro anni, eccoci qua: ha fatto il giro del mondo in un click! Se hai meno di 20 anni è una tra le prime applicazioni che avrai scaricato sul tuo smartphone e, se ne hai più di 20, di sicuro ne avrai sentito parlare o ti sarai già divertito con qualche conoscente a girare video creativi. Perché allora non sfruttarla per il tuo business?  Vediamo insieme come nasce Tik Tok For Business e come può favorire i tuoi affari in rete. Sei pronto a partire per questo viaggio attraverso la musica e molto altro ancora? Andiamo!  I numeri  Tanto per cominciare leggiamo insieme i numeri da capogiro che lo caratterizzano: 1. + 1 miliardo di utenti presenti sulla piattaforma 2. + 2 miliardi di download nel mondo 3. Presente in oltre 150 paesi 4. Tradotto in 75 lingue 5. 52 minuti al giorno: il tempo medio di permanenza per utente! A settembre 2020, nasce così una piattaforma tutta nuova dedicata alle imprese.  La mission  "Le soluzioni di TikTok For Business sono pensate per offrire ai brand e alle loro direzioni marketing gli strumenti per creare storytelling creativi, in grado di ingaggiare la community di TikTok con il loro messaggio", questo quanto si legge nel loro comunicato di presentazione sul blog. “I brand di successo su TikTok non fanno pubblicità ma connettono, inspirano, co-creano e soprattutto intrattengono le persone. Le aziende, dunque, devono ripensare al concetto di creatività, coniugandolo con l’essere autentici e reali. Il nostro consiglio? Non fare annunci. Fai TikTok!”  Gli strumenti Trattandosi di una piattaforma aperta ed inclusiva, incoraggia a mettere al centro della strategia il contenuto. L’interazione tra utenti avviene tramite: • #Hashtag: argomenti di tendenza • Challenge: sfide interattive. Gli obiettivi • Crescita oltre la creatività: per il marketing, TikTok è una piattaforma con un interessante potenziale di crescita.  • Vista, suono, movimento: per il marketing l’opportunità di sfruttare l’ambito dei dispositivi mobili sono diverse: musica, effetti sonori, playback, reaction e molto altro.  • Community: il senso di TikTok è quello di “stare insieme”. Un’opportunità in più per gli esperti di marketing, infatti, su TikTok, gli utenti possono lasciarsi coinvolgere e ispirare così tanto da una campagna di marketing da crearne una tutta loro. E i brand hanno un riscontro immediato dell’impatto della loro campagna sulle persone.  • Conoscenza e cultura per tutti: su TikTok si conoscono cose nuove ogni giorno, in modo aperto e inclusivo.  • Soluzioni semplici e senza intoppi: i nostri prodotti portano risultati su tutti i marketing touchpoints e consentono uno storytelling ricco e immersivo. Approfondiamo quest’aspetto insieme.  Tik Tok For Business: 6 soluzioni per aiutare il brand • TopView: ha una durata di 24 ore ed è l’opzione video a tutto schermo che riesce, nel momento in cui gli utenti accedono alla piattaforma, ad attirare l’attenzione su di sé.   • TopView Lite: presenta le stesse caratteristiche di TopView ma è l’unico format sprovvisto di suono da 3 a 5  secondi.  • In-Feed ADS: pensato “Per Te”, il format video si inserisce in modo naturale tra i contenuti generati dall’utente.  • Branded Hashtag Challenge: la soluzione forse più conosciuta, dalla durata di sei giorni e multi-market.  • Branded Hashtag Challenge PLUS: unisce la visibilità di un’Hashtag Challenge sponsorizzata con l’esperienza d’acquisto in-app, sostenendo le vendite.  • Branded Effect: effetti in 2D, 3D e AR cuciti su misura e brandizzati per generare brand awareness e engagement a livello internazionale.    E tu cosa aspetti ad entrare nella community?  Grow your audience Grow your brand Make graphs go up. Maximize ROI by ensuring your most important audiences see your ads and track your performance in real-time. Se vuoi approfondire alcuni aspetti o hai altre curiosità a riguardo, non esitare a scrivercelo nei commenti. Resta connesso con noi per molte altre notizie sul mondo del marketing e non solo!  
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Paola Palmieri 31/10/2020 0

Halloween marketing: come realizzare una strategia da paura

Siamo al 31 ottobre: il giorno più spaventoso dell’anno. Dopo tanta attesa, per grandi e piccini, è arrivato il momento in cui ci si dedica al ben più famoso: “dolcetto o scherzetto”? Partita dall’America e giunta fino in Europa, la notte di Halloween ha riscosso grande successo e rappresenta un po’ per tutti un’occasione in più per divertirsi e trasformare se stessi e le proprie case con travestimenti ed addobbi.  Tema? Il peggiore dei tuoi incubi: fantasmi, zombie, pipistrelli, scheletri, streghe, vampiri e zucche stregate. Perché non renderli protagonisti del tuo marketing? Se sei a caccia di idee segui i nostri consigli ma prima alcune riflessioni.  Halloween marketing: alcuni consigli Per impostare la tua strategia social è fondamentale tener conto delle festività proprio per creare contenuti ad hoc e coinvolgere la tua community. Halloween ti offre la scusa perfetta per produrre contenuti e interazioni e questo lo sa bene chi, ad esempio, ha un e-commerce. Agisci per tempo e incuriosisci il tuo pubblico, stupisci con creatività e originalità. I numeri Prima di andare dritti al punto un’ultima riflessione a riguardo la meritano i numeri, attorno ai quali ruota il business di Halloween. Stando ad alcune ricerche di settore in America (fonte 2017), ma sempre più anche in Italia, si spende tanto in abiti, caramelle e trucchi: 7 persone su 10 acquistano un travestimento anche per i loro animali da compagnia il 95% acquista dolciumi a tema vari. La spesa? Si aggira intorno agli 86 dollari a testa: occasione ghiotta per molti, non sprechiamola! Vediamo come fare centro in poche mosse. Sei pronto? Andiamo! 1. Un design spaventoso Cominciamo con l’associare un’immagine al nostro Halloween: ottima idea è quella di creare grafiche e layout dedicati. Ognuna per ogni nostro canale di comunicazione. Aggiungi un mood stregato al tuo sito anche solo per una notte senza perdere però la tua brand identity! Se, invece, vuoi fare promozione con materiale cartaceo come flyer, cartoline o volantini pubblicitari dovrai riproporre lo stesso mood anche su questo prezioso strumento di marketing. Parti dal tuo pubblico e arriverai a strutturare una strategia vincente e mai scontata! 2. Il tuo social Halloween Ora passiamo ai social media: come creare una comunicazione efficace? Sostituisci la tua foto profilo con una dal look più oscuro, organizza contest, accendi l’attenzione dei tuoi follower con indovinelli e curiosità. Premia i migliori! 3. L’hashtag migliore  Per avere la giusta eco sui tuoi social media non dimenticare di associare l’hashtag giusto: scegli tra quelli più popolari relativi alla festa di Halloween o al tuo settore. Questo ti renderà più visibile e popolare: scegli l’hashtag vincente! 4. I contenuti video Per completare la tua comunicazione, indispensabile sarà l’apporto di contenuti video via via sempre più indispensabili in tal senso. Parti dal tuo brand e vestilo per quest’occasione di un fascino oscuro, gioca con la fluidità delle immagini e fai diventare virale il tuo Halloween. Tanti i programmi che vengono in tuo aiuto e che ti supportano nella giusta sperimentazione. Che ne dici di osare? Ti aiuterà a conquistare una buona fetta di pubblico. 5. Le newsletter Infine, veniamo alle newsletter: quale strumento migliore per incentivare le vendite? Passaggio fondamentale per la tua strategia di Halloween marketing. Come? Usare l’e-mail marketing in chiave dark ti aiuterà a veicolare le informazioni che riguardano il tuo brand, novità ed altro, sotto la giusta veste grafica. Proponi una vantaggiosa ed interessante scontistica agli iscritti della tua mailing list: falli sentire parte di un gruppo ricco di privilegi. Ne sarai ampiamente ripagato, scommettiamo?   Con la lettura del nostro articolo hai finalmente trovato tante idee da urlo? Se hai delle curiosità a riguardo o un tema da proporci non esitare a contattarci, saremo ben lieti di rispondere a tutto ciò che ruota intorno al mondo del marketing e…  non solo!   
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Paola Palmieri 22/10/2020 0

Come scrivere un report marketing: 3 elementi + 1 per farlo funzionare

Se la tua azienda investe molto nel marketing, sia in termini di tempo che di denaro, dovresti anche avere gli strumenti giusti per valutare l’efficacia o meno delle tue campagne. Quale lo strumento perfetto? Ma il report marketing ovviamente! Se vuoi sapere non solo cosa metterci dentro ma anche come, accomodati pure e scopri di più.  Report marketing: la definizione Cominciamo dalla definizione di report marketing che altro non è che l’ultima fase di un’operazione di marketing in cui si tirano un po’ le somme del percorso compiuto con un’attenta analisi dei risultati ottenuti. È uno degli elementi più importanti perché, in concreto, ti fa capire se stai percorrendo la strada giusta e quanto sono efficaci le campagne su cui stai investendo le tue energie.  Solitamente sono dati che si presentano con cadenza mensile, per mantenere un filo diretto con il cliente e avere un feedback continuo. Rientra in quel che si definisce l’inbound marketing e, per una realizzazione davvero efficace, non devono mancare alcuni elementi chiave. Vediamoli insieme.  3 elementi che non possono mancare Quando inizi a realizzare un report marketing struttura un modello chiaro su cui lavorare e che ti consenta di valutare punti di forza e di debolezza delle tue campagne marketing. Ma come procedere correttamente? Ecco 3 elementi + 1 che proprio non possono mancare. Vediamoli insieme.   1. Definire gli obiettivi Ogni campagna di marketing parte con uno scopo ben preciso e ha degli obiettivi che facilmente si possono quantificare. Essi sono: • Le visite al sito web • La lead generation o potenziale cliente • Le vendite Il successo o il fallimento di una campagna si misura sulla base di questi obiettivi. Tienili sempre presenti! Grazie ad essi sarà più facile individuare poi su quali KPI (in inglese key performance indicator ossia indici dell’andamento del processo aziendale) e altri parametri concentrarsi per essere in linea con gli interessi del cliente. Sarebbe del tutto inutile proporre dati che risultino superflui o irrilevanti agli occhi del tuo cliente. Fondamentale quindi, a partire dai risultati, presentarli nel modo più chiaro possibile senza tanti giri di parole.    2. Riportare la performance  Tutti i dati raccolti nel corso della tua campagna marketing ed inseriti nel report devono essere analizzati rispetto ad alcuni parametri che ti suggeriranno se la campagna sia buona o meno, se proseguire o cambiare il tiro. In pratica delinei la tua performance con chiarezza e per fare ciò ti serviranno alcuni dati. Vediamo quali sono: • Le fonti di traffico: capirai così quale canale funziona meglio • Tasso di conversione di utenti in contatti • Nuovi contatti in un dato tempo • Tasso di conversione della Call to Action (invito all’azione), grazie ai click ricevuti e non solo.    3. Selezionare le fonti 1. Landing page: Il numero di visite alla tua pagina, i nuovi subscriber, i tassi di conversione e nuovi contatti generati. 2. Blog: misurando chi legge i tuoi post potrai definirne meglio l’impatto e capire quale tipologia di articolo è più vicina ai tuoi lettori. 3. Social network: in questo caso è importante soffermarsi sui nuovi follower, interazioni e click. L’analisi, e i risultati, saranno differenti a seconda dei social network coinvolti: Facebook, Instagram, Tik Tok oppure Linkedin? 4. E-mail: monitorare mail inviate, cliccate, aperte e così via ci fanno capire se questa strategia di email marketing sia valida oppure no.    +1. Un’immagine vale più di mille parole Molto spesso i report sono sovraccarichi di dati, statistiche e numeri, snellisci il tuo con l’aiuto grafico di qualche immagine ad hoc ma sceglile con cura ed attenzione. Saranno un utile strumento che ti aiuterà a fare leva su alcuni punti: utilizza tabelle o grafici a barre per illustrare i dati della tua campagna marketing!   Se con la lettura di questo articolo hai trovato tutto ciò che ti serviva per stilare un efficace report marketing ma hai ancora qualche perplessità legata a qualche concetto chiave non esitare a scrivercelo nei commenti! Intanto, però, non perderti i prossimi articoli su marketing e non solo!  
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Paola Palmieri 15/10/2020 0

Strategia di marketing e comunicazione Apple: il segreto del suo successo

Dici Apple e ti viene in mente la Mela morsicata. Quale immagine è maggiormente impressa nell’immaginario collettivo? Eh già, da oltre 40 anni sulla cresta dell’onda la multinazionale americana ha tanto da insegnare sia in termini di innovazione tecnologica sia in termini di strategie di marketing. Perché se da un lato è vero che i suoi prodotti sono ambiti perché sempre all’avanguardia, una buona fetta del suo successo è dovuta proprio alla sua comunicazione vincente.  Scopriamo insieme le lezioni di marketing da cui ciascuna azienda può ricavare un ottimo insegnamento per emergere nel proprio settore: 7 i punti fondamentali.  Le giuste chiavi di comunicazione 1. Creare una community: l’Apple è riuscita laddove molti hanno fallito è riuscita, cioè, a creare non semplici clienti ma una vera e propria community con un gran senso di identità. Persone accomunate da un’unica passione verso il prodotto: questo un vero punto di forza. 2. Status symbol: i clienti nutrono una profonda ammirazione e fiducia nei confronti del marchio in questione, per cui acquistano l’iPhone non solo per le performance tecnologiche ma anche e soprattutto perché è uno status symbol. 3. Rendere straordinario l’ordinario: prima dell’avvento dell’azienda di Cupertino gli appassionati amavano acquistare e assemblare da sé il proprio pc con le caratteristiche che desideravano. Apple ha cambiato la prospettiva, rivoluzionando il modo di guardare la tecnologia che non si concentrava più su un singolo componente ma sul prodotto nella sua totalità. 4. Rivoluzionare il linguaggio: una rivoluzione che comincia dal linguaggio è ulteriore segno di avvicinamento al proprio pubblico. Quale la strada intrapresa da Apple e soci? Semplice! Accantonare il gergo tecnico a favore di un linguaggio comune e alla portata di tutti. In primo piano ci sono i benefici che puoi trarre da un dispositivo piuttosto che da un altro. 5. Andare oltre le critiche: altro insegnamento da trarre dall’azienda è la capacità di riuscire a proseguire il cammino andando ben oltre le critiche che inevitabilmente si incontreranno. E ciò per l’Apple equivale a dire non tenere in conto alcune previsioni di flop riguardo al lancio di alcuni prodotti o a visioni forse troppo futuristiche: ricordi quando l’Apple decise di eliminare dai Mac i lettori per i floppy disk? 6. Strategia dei prezzi: se le comuni strategie di marketing tendono ad un abbassamento dei prezzi per avvicinare al prodotto più clienti possibili anche in questo caso l’Apple stravolge i piani innalzando i prezzi. Tutti sappiamo che si tratta di prezzi di mercato piuttosto alti che una strategia di marketing ben ponderata giustifica con benefici e standard elevati. Prodotti di qualità che non possono essere eguagliati anche nell’estetica.  7. Strategia di distribuzione: Apple ha vari canali distributivi e punta su negozi monomarca Apple. Quali? Apple store: con addetti qualificati e un vasto assortimento.  Apple premium reseller: prevedono vari servizi quali dimostrazioni pratiche per saperne di più, sconti, eventi e seminari. Apple reseller: si tratta di piccoli negozi che di solito hanno spazi riservati ad Apple nelle grandi distribuzioni. Apple store online. Intriganti alleanze  Infine, Apple ha costruito la sua strategia di marketing stringendo partnership importanti, una su tutte con Intel di cui monta i processori. Ma non sono solo legati al mondo della tecnologia: diamo uno sguardo insieme alle più famose alleanze che si sono succedute negli anni. Quante ne ricordi? • Nike: l’iPod Sport kit è stato venduto assieme alle scarpe da corsa.  • Mercedes Benz Classe S: l’Apple ha messo a punto un software di navigazione ad hoc. • The 20th Century Fox: iTunes store prevede la possibilità di noleggio film o copia film per ogni dvd acquistato. Possiedi un iPhone o un iPad? O sei semplicemente un appassionato di tecnologia? Se la lettura di quest’articolo ti ha incuriosito e vuoi saperne di più sulle strategie di marketing, non esitare a seguire i nostri articoli sul mondo del marketing… e non solo!  
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Paola Palmieri 09/10/2020 0

Inbound marketing vs. outbound marketing: tecniche a confronto

Partiamo dai fondamentali. Cos’è l'inbound marketing? In cosa consiste? Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo che tu abbia bisogno di un corso di lingue, andrai su Google e immetterai la chiave di ricerca. Seguiranno nelle prime soluzioni annunci delle scuole che effettuano tali corsi a te più vicine. Ora che tu decida di iscriverti o meno questo è indifferente per l’inbound marketing, la scuola ti ricorderà della sua esistenza e riproporrà alcuni suoi inviti al sito o altri messaggi.  Definizione Questo è come funziona esattamente l’inbound marketing. Per definizione è in grado di intercettare il bisogno dell’utente, o cliente finale, nel momento in cui esso viene espresso. È al posto giusto nel momento giusto potremmo aggiungere.   L’outbound marketing, al contrario, non risponde ad alcun bisogno o richiesta specifica ma lancia un messaggio alla massa tentando di indurre in tentazione. Un esempio pratico? La pubblicità! Quale il marketing più efficace? Beh, non esiste risposta giusta: dipende da vari fattori. Ma vediamo più da vicino gli strumenti che adoperano entrambi e valutiamo insieme i pro e i contro di entrambe le strategie.   Gli strumenti L’inbound marketing si avvale di: • Blog • Promozione sui social media • Ppc • Formazione. L’outbound marketing, invece, è un modo di fare pubblicità che “interrompe” l’attenzione delle persone. Come? • Spot in tv • Spazio sui giornali • Passaggi alla radio • Volantini pubblicitari • Pop-up che si aprono durante le ricerche in rete • E-mail marketing. Inbound marketing e outbound marketing: vantaggi e svantaggi Detto questo vediamo i pro e i contro. Partiamo dall’outbound marketing: • PRO. Questa tecnica è ottima se vuoi creare consapevolezza in un pubblico esteso rispetto a un prodotto/servizio.  • CONTRO. Come svantaggi, tuttavia, teniamo presente che risulta essere piuttosto costoso: pubblicità in tv, su radio o sui giornali rappresentano un investimento dal ritorno non assicurato.  Dal canto suo l’inbound marketing consente di canalizzare gli sforzi di comunicazione solo verso persone potenzialmente interessate.  • PRO. È in grado di creare una comunicazione diretta e bidirezionale con il cliente, che può dare il suo feedback. Così si crea un rapporto che può sfociare nella fidelizzazione del cliente stesso. Strumenti attuali di digital marketing come l’e-mail marketing verso alcuni utenti che si sono registrati, le campagne di Google Ads per intercettare le ricerche degli utenti, le campagne sui social network, sono attività mirate che hanno un costo minore rispetto agli strumenti tradizionali. • CONTRO. Il costo minore non vuol dire e non si traduce necessariamente in facilità di realizzazione. L’inbound marketing non si può improvvisare, richiede una progettazione attenta e una reale conoscenza degli strumenti a disposizione. Uno di essi è l’ottimizzazione SEO dei contenuti di un sito per posizionarsi nei primi risultati dei motori di ricerca ma che porta i suoi risultati solo nel medio-lungo termine. Da quanto detto fino ad ora si evince che sono entrambe valide tecniche che un’azienda può decidere di abbracciare o meno in base all’obiettivo, al target o anche al budget che ha a disposizione. Non è sempre vero che l’uno escluda l’altro o che siano l’un contro l’altro armati, anzi! Inbound marketing e post social Se a questo punto ti stai chiedendo dove si collocano i tuoi post social: inbound o outbound? La risposta è che se qualcuno sta seguendo la tua pagina Facebook, è interessato, questo è inbound marketing. Però Facebook è diventata una piattaforma piuttosto grande per cui i post vengono mostrati solo a una piccola percentuale di persone. Per massimizzare l’efficacia di questa attività, oltre a postare contenuti di qualità, devi prevedere delle campagne, che Facebook ti consente di targettizzare.  Se la lettura di questo articolo ti ha incuriosito o hai domande da porci non esitare a farlo. Resta connesso per altre notizie sul mondo del marketing… e non solo!  
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Paola Palmieri 16/09/2020 0

Marketing sociale: cos'è e come riesce ad influenzare un target

Oggi ti parliamo di Marketing sociale da non confondere con il social marketing. Chi ce ne ha parlato per la prima volta è stato Philip Kotler nel 1971 e lo definisce come “l’utilizzo dei principi e delle tecniche del marketing per influenzare un gruppo target ad accettare, rifiutare, modificare o abbandonare un comportamento in modo volontario, allo scopo di ottenere un vantaggio per i singoli, i gruppi o la società nel suo complesso”.  A differenza del marketing tradizionale e commerciale, dunque, non cerca di spingere all’acquisto di qualcosa ma di proporre un cambiamento. Del marketing tradizionale, tuttavia, ne sfrutta principi e tecniche. Vediamo come. Ambiti di intervento Il marketing sociale suscita un interesse crescente, guardiamolo da vicino a partire dagli ambiti di intervento:  Promozione e tutela della salute: punta a promuovere stili di vita sani, prevenzione e riduzione di comportamenti definiti a rischio. Promozione di comportamenti sociali: punta alla tutela dell’ambiente, per esempio tramite la raccolta differenziata, consumi e mobilità sostenibili. In sostanza il marketing sociale si propone, coerentemente con quanto indicato nella Carta di Ottawa, di consentire ai cittadini di acquisire abilità e competenze per scegliere liberamente e con i giusti strumenti ciò che è meglio per sé e per la propria salute.  Obiettivi Gli obiettivi che il marketing sociale si propone di raggiungere sono: Cambiamento cognitivo: favorire, attraverso una maggiore conoscenza del problema e delle sue possibili soluzioni, l’adozione di un determinato comportamento. Qualche esempio? Informare sugli effetti negativi dell'alcol sulla guida e così via. Cambiamento d’azione: indurre a compiere un’azione concreta, entro un periodo di tempo determinato, incentivando determinate scelte a scapito di altre. Quale esempio più attuale di una campagna di vaccinazione o screening? Cambiamento di comportamento: abbandonare o modificare stili di vita nocivi a favore di abitudini più salutari. Uno su tutti? Smettere di fumare. Cambiamento di valori: modificare opinioni radicate rispetto ad alcuni temi o situazioni come eliminare i pregiudizi di razza, di religione o di sesso e così via.  Piano di marketing sociale Vediamo ora come gli obiettivi si traducono in azioni, seguendo una vera e propria strategia: 4 le fasi principali. 1. Marketing analitico Si raccolgono informazioni necessarie per sviluppare il Piano considerando la letteratura scientifica e il contesto (ambientale, socio-culturale, economico) in cui si intende agire. 2. Marketing strategico  Obiettivi: scelta del comportamento o stile di vita su cui si intende favorire un cambiamento.  Segmentazione: individua le diverse esigenze dei potenziali destinatari, suddivisi in segmenti con caratteristiche omogenee (variabili geografiche, demografiche, fisiche-sanitarie, comportamentali) e realizza un diverso “marketing mix” per ogni segmento. Posizionamento: rende evidenti i vantaggi che si possono ottenere aderendo a quanto viene proposto rispetto alla concorrenza che non è tanto rappresentata da prodotti o soggetti, quanto da alcune idee e comportamenti che si vogliono modificare offrendo idee e comportamenti alternativi.  3. Marketing operativo Prodotto: comportamento che si intende favorire con i relativi benefici. Prezzo: l’insieme dei costi economici e non solo (perdita di tempo, di energia, disagio, ecc.) che i destinatari devono sostenere per attuare il cambiamento richiesto. Promozione: l’insieme delle attività di comunicazione (pubblicità, eventi, opuscoli) utili alla diffusione della conoscenza dei vantaggi e dei benefici derivanti dall’adozione del comportamento proposto. Luogo: nei quali il prodotto – comportamento, idea o servizio – raggiunge i destinatari e viene offerto ad essi. 4. Valutazione Le attività di valutazione sono necessarie durante tutte le fasi del piano (prima-durante-dopo) per valutarne l’efficienza, calcolo costi-benefici, e l’efficacia, raggiungimento degli obiettivi.   Se la lettura di quest’articolo ti ha appassionato ma vuoi approfondirne alcuni aspetti chiedicelo pure nei commenti. Non perderti i prossimi articoli sul mondo del marketing… e non solo!  
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