Local SEO perché è così importante?

Ricerche localizzate e geotargeting per migliorare le strategie di Digital Marketing

Gabriella Avallone 30/09/2020 0

Le aziende che decidono di effettuare una strategia di Digital Marketing non possono non conoscere la Local SEO. Ora che è possibile inoltre personalizzare i contenuti web in base alla localizzazione geografica dei nostri potenziali clienti, tramite il geotargeting, è finalmente possibile trovarsi al posto giusto al momento giusto per offrire prodotti e servizi.

 

Che cos’è il Local Marketing:

 Negli ultimi anni si è sentito parlare di Local SEO, ovvero la possibilità di localizzare retail e punti vendita. Non sembrerebbe una novità apparentemente ma più passa il tempo e più gli algoritmi di Google diventano complessi e richiedono pertanto informazioni sempre più dettagliate perciò ad oggi si parla di SEO locale. L’attività di SEO marketing che si focalizza sugli utenti che effettuano ricerche all’interno di una specifica area geografica.

 

Questo strumento diventa molto utile per chi vuole che il suo locale venga trovato facilmente nella query di ricerca. Così che se la ricerca locale sarà ottimizzata, quando l’utente chiederà al motore di ricerca di indicare uno specifico tipo di locali vicini a lui, questo apparirà tra i risultati.

L’esempio più banale potrebbe essere la ricerca di “ristoranti vicini a me” e a quel punto la Serch mostrerà una serie di risultati con foto, recensioni e valutazioni degli altri clienti.

 

La differenza tra SEO organica e Local SEO:

La differenza principale avviene nel tipo di ricerca che fa l’utente, se questo sta cercando una “pizza margherita” avrà accesso a diverse informazioni indipendentemente dalla sua posizione, questo è il risultato della ricerca organica. Così se l’utente si trova a Milano potrebbe trovarsi tra i risultati anche foto di pizzaioli di Napoli o articoli relativi a ristoranti in altre città.

 

La ricerca Local marketing invece aiuta a promuovere l’azienda ed i suoi servizi offrendoli all’utente direttamente nel momento in cui li stanno cercando. Ecco perché è considerato un ottimo strumento per incrementare le vendite e non solo. Aiuta ad accrescere la propria reputazione sul web e a lasciare che l’utente si fidi avendo modo di leggere le recensioni e valutazioni.

 

Come fare Local SEO:

È importante fornire il sito di tutti i fattori di ranking principali, quindi informazioni essenziali come nome, indirizzo, numero di telefono, recensioni, sito web. Per posizionarsi nel marketing geolocalizzato sarà utile fare un ulteriore passaggio, stavolta tramite Google My Business dove sarà possibile aumentare la possibilità di essere trovato, inserendo ulteriori dati e informazioni.

 

Un altro aspetto fondamentale è il geotargeting, come sopracitato, l’ultima tendenza del marketing digitale che aiuta a creare campagne di marketing personalizzate orientate ad una specifica nicchia di persone. Questo permetterà di offrire all’utente contenuti ad hoc e naturalmente di suo interesse nel luogo in cui si trova. Questa tecnica rende possibile comprendere la posizione specifica indicata dall’indirizzo IP che entra con il suo smartphone nel nostro sito web.

 

Tutto questo servirà quindi a:

 

-       Velocizzare i servizi

-       Promuovere il proprio business e diffonderlo

-       Rispondere ad una specifica richiesta dell’utente in modo rapido

-       Offrire contenuti di interesse

-       Adeguare la pubblicità a chi è interessato realmente

 

L’utente avrà la sensazione di ricercare contenuti in modo automatico e trasparente, tutto questo aiuterà a fidelizzarlo e servirà a conquistare un ottimo posizionamento sul web.

 

Aiuta le aziende a capire quanto sia importante e indica nei commenti quante volte al giorno imposti una ricerca dando importanza alla geolocalizzazione.

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Tiziana Troisi 21/04/2021

Ridere con il Marketing: Woltswagen e gli altri scherzi dei brand
In un periodo come questo, in cui le certezze sono poche, ci è rimasta una sola cosa su cui puntare: le emozioni positive. È vero, è difficile sorridere quando intorno le cose non vanno bene, ma il sorriso è l’unica arma che può aiutare a combattere il grigio di questo periodo. E se sorridere è diventato sempre più complicato, provare a farlo è un dovere verso noi stessi. Anche i grandi brand sembrano aver capito quanto conti stimolare il consumatore a pensare positivo: ecco perché i tone of voice sono cambiati con il tempo: la maggior parte dei brand tende a tenere con i propri clienti un atteggiamento scherzoso e canzonatorio. Se si ha bisogno di leggerezza, i social devono diventare il luogo dove trovarla, sempre. In tempi difficili, il marketing ha una sola, importantissima missione: far ridere. Quale momento migliore per scatenare una grassa risata se non il primo Aprile, la giornata degli scherzi per eccellenza? Se qualcuno (come Google) ha deciso di astenersi dal fare scherzi per rispetto alle vittime della pandemia, sono tanti i brand che invece hanno onorato la tradizione del Pesce D’Aprile. Pesce D’Aprile: una tradizione dalle origini sconosciute Non è facile risalire alle esatte origini di questa ricorrenza: c’è chi dice che si riferisca a quando i pescatori, tornati quasi sempre a reti vuote, venivano denigrati e presi in giro. Fatto sta che, con gli anni, tutto il mondo ha consacrato il primo aprile come il giorno degli scherzi. Ogni paese ha sicuramente diverse tradizioni e diramazioni, ma tutti adorano fare scherzi. Anche l’amico più serio e ingessato di tutti, il giorno del Pesce d’Aprile si sbottona un po’ la giacca e si lascia andare a qualche battutina. Wolkswagen e la finta svolta green e altri: i migliori scherzi sui social È proprio quello che è successo a Wolkswagen lo scorso primo Aprile. Il 31 Marzo scorso, la casa automobilistica ha diramato un comunicato stampa dove annunciava un imminente rebranding: per rendere tangibile il cambiamento e l’approccio più green adottato, dopo gli scandali del 2015 sulle emissioni, il brand avrebbe cambiato nome in Voltswagen. Tutti i giornali si sono ovviamente precipitati a riportare la notizia, per poi scoprire, il giorno dopo, che si trattava di uno scherzo. Quella di Volkswagen è stata una mossa intelligente ma parecchio rischiosa: i riferimenti al passato non proprio pulito del brand avrebbero potuto causare qualche danno. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Nella giornata degli scherzi, a scatenare risate non ha pensato solo il brand automobilistico: molti altri colleghi brand l’hanno buttata sul ridere. In modo più irriverente, sui social network dei più noti brand italiani sono apparsi annunci un po’ improbabili. Ecco i più divertenti: Tempo sapore cipolla: Sarà capitato anche a voi di voler piangere ma non riuscirci. Il brand di fazzoletti ha provato a risolvere il problema con una linea al profumo di cipolla. Ovviamente, era tutto uno scherzo. Di motivi per piangere di questi tempi ne abbiamo già troppi. Durex: con noi non si scherza Poteva mancare il contributo del brand più irriverente di tutti? Assolutamente no! Durex continua a vivere di doppi sensi, postando l’immagine di un pesciolino e il claim: quando c’è lui, non si scherza. Dietro la battuta si nasconde sempre un insegnamento: l’invito all’utilizzo consapevole di metodi contraccettivi. Associazione Verace Pizza Napoletana Lo sappiamo bene: il modo più intelligente per esorcizzare una paura o un brutto momento, è fare ironia.  Ed è proprio quello che ha fatto l’Associazione Verace Pizza Napoletana, che ha lanciato sui social un nuovo prodotto: il profumatore per ambienti al gusto pizza. Il concetto dietro questo lancio è semplice: se le pizzerie vi mancano così tanto, potete portare il loro odore direttamente a casa vostra. Non è ancora esattamente chiaro se si tratti di uno scherzo meno, ma l’idea sarebbe assolutamente geniale. Pasta Reggia e la fretta casalinga Per puristi della pasta all’italiana questo scherzo sarà stato difficile da sopportare. Se siete facili alla collera, vi consigliamo di non continuare a leggere. Il brand pasta Reggia ha finto il lancio sul mercato di un prodotto assurdamente provocatorio: acqua di cottura, già salata e bollita, per chi è sempre di fretta e non può aspettare quei 5 minuti. Era uno scherzo, ma forse su altri mercati sarebbe davvero andata a ruba. Se leggere questo articolo vi ha strappato almeno un mezzo sorriso, allora è vero: il Marketing fa ridere…e non solo. Se volete scoprire tutte le potenzialità di questo mondo, continuate a seguire il nostro blog!
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Paola Palmieri 15/05/2021

La favola di Biancaneve: una strategia al bacio
Alzi la mano chi in questi ultimi giorni non si è imbattuto in qualche immagine che ritraeva la protagonista di una delle favole più dolci che ci siano. Biancaneve, nata dalla penna dei fratelli Grimm e resa celebre dal cartoon della Disney, è tornata in auge per una polemica venuta fuori dalla penna di due giornaliste della carta stampata: il San Francisco Gate. Ti sei chiesto quale e soprattutto contro chi puntavano il dito le due donne?  Ma contro il principe azzurro! Reo – a detta loro - di aver baciato senza consenso la sua dolce principessa che, caduta in un sonno profondo, non poteva decidere se accettare o meno il bacio di vero amore. Il tam tam sui social non si è fatto attendere così come i diversi meme che sono spuntati come funghi e con essi una polemica infinita che ha chiesto alla Disney addirittura di rivedere l’happy ending della fiaba. Questi i fatti ma siamo sicuri che sia andata proprio così? Vediamoli più da vicino.  Disneyland: la ripresa dopo 400 giorni Siamo in California, precisamente ad Anaheim, e tutto nasce da una visita al parco a tema della Disneyland che, dopo più di un anno di chiusura forzata causa covid, ha presentato alla stampa uno spettacolo tutto nuovo e cioè alcune giostre del tutto rinnovate. Al centro della polemica, però, ne finisce una in particolare quella che con nuovi effetti, luci e suoni all’avanguardia ed un’atmosfera sognante riproduce il celebre bacio dato a Biancaneve dal principe.  Un trenino accompagna i visitatori attraverso i luoghi di questa fiaba e mentre i 7 nani fanno capolino tra i turisti per il saluto finale, a dimostrare che il bene vince sempre sul male ecco che appare lui, il Principe azzurro, che si accinge a baciare sulle labbra la dolce Biancaneve. E se lei non volesse? Si interroga la stampa. Suggerendo alla Disney di rivedere la fiaba.  Ma proviamo insieme ad analizzare la situazione con uno sguardo attento e critico e da tutta una nuova prospettiva: quella del marketing. Biancaneve: una fiaba da acchiappaclic Si tratta infatti di un’audace mossa messa in atto per richiamare l’attenzione sull’evento. Nessuna levata di scudi dunque. Parliamo di un piccolo quotidiano che ha lanciato un titolo sensazionalistico per attirare l’attenzione su di sé e ci è riuscito molto bene. La notizia a suoni di like è rimbalzata su diversi quotidiani online (anche più prestigiosi e non solo americani) e la storia così ha fatto il giro del mondo.  Si tratta di un caso da manuale di click bait e qui scende in campo il marketing. Vediamo di cosa si tratta nello specifico e di quanto abili siano state le giornaliste di SFGate. Definizione vuole che il click bait parta proprio da un titolo esagerato e una notizia-non notizia il cui scopo è attirare più persone possibili, indurle al clic e quindi portare a casa un traffico maggiore e con esso un interessante rendimento pubblicitario. E qui di clic ce ne sono stati davvero tanti. Il web si è acceso e, sull’onda emozionale, ha condiviso a più non posso la notizia e su tutti i social network, nessuno escluso.  E tu su quale social hai visto palesarsi l’immagine iconica del finale della fiaba di Biancaneve? Sei stato anche tu tra quelli a condividerlo con i tuoi amici e a scherzarci su? Se ti va condividi quest’articolo darai una nuova versione dei fatti. Ma soprattutto continua a seguire il nostro blog e non perderti i prossimi appuntamenti di marketing e non solo. Tante le novità!  
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Gabriella Avallone 28/07/2020

Com’è cambiato il Marketing post Covid
 L’allarme pandemia ha generato il panico, gestire tutti quei mesi di lockdown non è stato facile per nessuno ma nello specifico vediamo quali sono state le scelte perseguite da chi si occupa di Digital Marketing ai tempi del Covid 19.   Apparentemente la maggior parte dei brand ha congelato il budget disposto per il marketing durante il periodo di fermo totale. In pieno Covid ci si è dedicati ad una fase di revisione dei prodotti o servizi offerti e naturalmente sono stati rimandati i nuovi lanci. Per la maggior parte si intende circa il 63% delle aziende che, secondo il sondaggio di Econsultancy e MarketingWeek di UK e USA, hanno interrotto campagne di sponsorizzazione ed attività di pubblicità per portare visitatori alle loro pagine che avrebbero spinto gli utenti ad una call to action ed il 50% dei prodotti sarebbero stati rinviati (data da scoprire) per quando riguarda le nuove uscite.   Le risposte al grande shock causato dalla pandemia, inizialmente sono state piuttosto simili. Si è optato per un atteggiamento volto a “intrattenere” l’utente durante la sua quarantena, mostrandosi solidali verso la situazione, diffondendo pertanto notizie in collaborazione con altre aziende o enti pubblici; informando dei cambianti dei servizi (come poteva essere la riapertura del negozio e le norme igieniche da seguire ed i nuovi protocolli del servizio clienti).   Cosa è cambiato principalmente del Marketing post Covid?   Sicuramente da un obiettivo finalizzato al sell out si è passati ad un messaggio di forte empatia, presenza e vicinanza. Ora che pian piano si cerca di ritornare alla stabilità e che soprattutto ci si focalizza sul recuperare i mesi persi quali sono i passi che un buon marketer consiglierebbe di seguire?   1)    Monitorare i dati: primo passo necessario post lockdown e che serve per comprendere la situazione attuale e le nuove dinamiche. Con l’aiuto di dashboard di controllo aggiornate costantemente che includano KPI chiave sia del sito che dell’e-commerce in questione; avvisi in caso di cambiamenti critici; benchmark per essere al corrente dell’evoluzione della concorrenza e avere ben presente la posizione del brand in questo nuovo scenario digitale.   2)    Analizzare gli utenti: analizzare il comportamento di chi torna alla normalità e programmare le nuove azioni e strategie. In alcuni casi è stato registrata una modifica totale della percezione del brand post Covid. Basti pensare a quante persone cambieranno le loro abitudini anche dopo la quarantena obbligata, per cui uno dei nuovi criteri su cui ci si baserà in un futuro prossimo potranno essere ad esempio le norme igieniche.   3)    Nuovi contenuti: il messaggio dovrà essere adattato post Covid, così come le immagini sui social, i video, i post sul blog, che seguiranno una creazione di contenuti per i propri buyer persona. Ad esempio lo studio di De Pattern89 ha analizzato come l’attività di 1100 brand sui social non include più immagini che tendono a mostrare vicinanza fisica tra persone. L’utente si aspetta di ricevere messaggi e contenuti chiari che mostrino empatia verso quanto accaduto. Vale la pena pertanto stilare un Digital Media Plan che tenga conto di questi aspetti anche perché si pensa che vi saranno ripercussioni di quanto accaduto anche nel lungo periodo.   4)    Il Business Planning: sicuramente terrà conto della ridistribuzione dei budget dedicati agli investimenti pubblicitari. Durante la quarantena le attività a cui gli utenti si sono dedicati maggiormente sono: restare aggiornati sulle ultime notizie passate in TV (67%), contenuti audiovisivi in streaming (45%) e seguire le attività sui Social Media (45%). Questo periodo va inteso come tempo di semina, i cui risultati verranno alla luce in un secondo momento. Si punterà maggiormente su Video Marketing, sulla fidelizzazione e sul processo di valorizzazione del brand. In questa fase si punta su contenuti audiovisivi che stanno riscontrando un successo senza precedenti, orientando annunci e portando traffico e lead, come dimostrano TrueView for Action e Youtube.   5)   Modificare l’E-commerce: il cambiamento coinvolgerà anche la vetrina dei prodotti in e-commerce, da cui dovrà partire la strategia. Si punterà ad offrire la miglior esperienza d’acquisto possibile in un momento in cui la maggior parte di utenti acquista online, non avendo la possibilità di recarsi in negozio, toccare con mano e provare i prodotti. La disponibilità del servizio clienti si rivelerà una mossa vincente ancor di più in questo periodo e le descrizioni delle schede prodotto, più dettagliate e meno di impatto, aiuteranno, tra le tante cose, a guadagnare posizioni organiche.   6)    La riapertura dei negozi: questo comporterà, come già si è visto, il rispetto assoluto delle norme di sicurezza previste del nuovo decreto, si è già adottato un ritmo più flessibile e ci si concentrerà sulla realizzazione di azioni mirate di marketing localizzato sul territorio.   Questo articolo ti è stato d’aiuto? Qual è stata la tua strategia post Covid? Condividi la tua opinione e lascia un commento.
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