Adv on line, da dove cominciare

Come fare pubblicità on line

Tiziana Troisi 06/08/2020 0

 Il Digital Advertising è ormai un elemento fondamentale in una strategia di marketing. Le incredibili possibilità che offre sono soprattutto legate alla tracciabilità dei comportamenti degli utenti, all’automazione delle attività e dell’analisi dei risultati. Attraverso questa attività di advertising è possibile, infatti, raccogliere, integrare e analizzare dati provenienti da diverse fonti.  Ma cosa si intende per adv on line e come si può impostare una campagna? Vediamolo insieme.

Cos’è l’advertising on line?

L’ Online Advertising, chiamato anche marketing online o marketing digitale è una forma di pubblicità che utilizza Internet come canale. Gli annunci pubblicitari possono essere veicolati in molteplici modi ed essere composti da solo testo, da immagini o video. Un solo annuncio può essere composto da diversi tipi di contenuti. Possiamo distinguere varie tipologie di pubblicità on line come:

  • Display Advertising
  • Search Advertising 
  • Social Media Advertising

Display e programmatic Advertising

Con l’avvento di internet gli spazi pubblicitari vennero concepiti esattamente come gli annunci sui giornali cartacei. Il Display advertising utilizza spazi a pagamento all'interno di un contenuto di interesse dell'utente in cui promuovere un prodotto o servizio. I formati sono:

  • Banner e buttons
  • Pop-up e pop-under
  • Rich Media
  • Interstitial e Superstitial

Gli spazi vengono negoziati in maniera automatica, attraverso sistemi di aste. Il Programmatic Advertising consiste esattamente in questo tipo di compravendita automatizzata degli spazi pubblicitari.

Adv on line, Search advertising

Il Search Engine Marketing (SEM) è un ramo del marketing digitale che nasce allo scopo di attrarre traffico specializzato sul sito. Esso include due strategie di web marketing: la Search Engine Optimization (SEO) e la Search Engine Advertising (SEA). La Search Engine Advertising (SEA) è la pubblicità legata ai motori di ricerca. Nelle campagne di search advertising l’inserzionista paga per far comparire nella SERP il proprio sito in corrispondenza di termini e parole ritenute rilevanti per la ricerca che effettuerà l’utente. La pubblicità online legata alla ricerca di keyword viene pianificata secondo il modello dei pay-per-click (PPC). L’inserzionista, insomma, paga solo se l’utente clicca sul link sponsorizzato visualizzato dopo la ricerca. Questo tipo di strategia è altamente performante purché vi sia alla base uno studio attento delle keyword e della loro competitività. Se l'analisi è svolta correttamente l'annuncio appare nella pagina dei risultati del motore di ricerca in prima posizione. Un vantaggio per l'inserzionista ma anche per l'utente che effettua la ricerca!

Social Media Advertising

I tipi di pubblicità on line finora elencati sono relativi a siti e motori di ricerca. Oggi una delle forme di adv on line più richieste è però il Social Media Advertising. Questa forma di pubblicità fa parte del Social Media Marketing ed è costituito da messaggi pubblicitari, di tipo display, mostrati negli aggiornamenti degli utenti dei social network. Si tratta di contenuti pubblicitari che hanno l’aspetto di un semplice contenuto social dal quale si differenziano per la presenza della scritta “Sponsorizzato”. Fare pubblicità sui social è tutt’altro che semplice, vanno rispettati formati di immagini e durate specifiche per i video. Il messaggio dovrà poi avere una densità di testo ben definita e una CTA efficace. La definizione del target, detto anche pubblico, è un altro elemento da dover studiare con attenzione.

ROI, investimenti e costi

Nel momento in cui viene definita una campagna, l’inserzionista determina il proprio budget e il valore della puntata massima (bid). La metrica di riferimento in questi casi è il costo per visualizzazioni, detto CPM. L’inserzionista paga per il numero di visualizzazioni che riesce a ottenere, non superando il valore della propria puntata massima. Abbiamo già accennato anche alla possibilità di un altro tipo di investimento: se l’obiettivo è indirizzare gli utenti al proprio sito tramite un link si definisce il Cost-per-Click massimo (CPC). La campagna avrà quindi lo scopo di far ottenere più click possibili e l'inserzionista pagherà per ogni click ottenuto sul link. Infine, si può ottimizzare la campagna rispetto a una specifica CTA, un download, un acquisto on line, un form da compilare. In questi casi, la metrica chiave è il costo medio per far sì che un cliente realizzi la specifica attività. Questa "misura" è detta CPA o Cost-per-Activity. Per sapere come e quanto investire, l'ideale è affidarsi ad un esperto marketers. Vero è che però ogni piattaforma, da Google Ads a Facebook Ads, fornisce dati in base ai quali è possibile stabilire il numero di utenti raggiungibili con un determinato budget.

Anche così spiegato l’adv on line ti sempre troppo complesso? Continua a seguirci perché nei prossimi post parleremo più ampiamente di tutti gli argomenti accennati in questo post. Facci sapere nei commenti quale ti interesserebbe approfondire di più!

 

 

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Tiziana Troisi 21/10/2021

Native advertising: cos’è e come funziona il nuovo modo di fare pubblicità
Quante volte navigando sui social o semplicemente in rete ti sei imbattuto in fastidiosissime pubblicità che non rendono la tua esperienza godibile? L’advertising in rete si è trasformato molto spesso in un qualcosa di invasivo e quasi disturbante. Pop up ovunque, spazi pubblicitari che spuntano anche mentre lasci un commento sui social. C’è chi crede anche che l’assistente vocale dello smartphone possa condizionare le pubblicità che appaiono durante la navigazione. La continua esposizione a spot pubblicitari rende in un certo senso minore la loro efficacia. Spesso, poi, le pubblicità che appaiono non sono per niente coerenti con quello che stai guardando. Se all’inizio questo modo di fare advertising poteva essere tollerato in quanto considerato normale, ora non è più cosi. Native advertising: caro cliente, scusi il disturbo Oggi i clienti sono decisamente più smaliziati ed esigenti, anche riguardo alla pubblicità: vogliono vedere contenuti coinvolgenti e interessanti che sembrino fatti per loro. Le aziende, dal canto loro, devono rispondere a queste nuove esigenze, se non vogliono perdere il loro appeal. Come fare pubblicità sui social senza risultare troppo invasivi e disturbanti? Proprio per dare una risposta a questa domanda è nato il Native Advertising. Non hai mai sentito pronunciare queste due parole? Stai tranquillo, ci pensiamo noi a spiegarti tutto. Si definisce native advertising quel modo di fare pubblicità che non mette mai (o quasi) al promo posto il prodotto pubblicizzato e la pubblicità. Affiliazioni, banner e consigli sono parte integrante dei contenuti presenti sul sito. Non ci sono più banner o pop up super invasivi ma contenuti interessanti che solo nella parte finale presentino un riferimento pubblicitario, in modo da stimolare prima di tutto l’interesse del cliente verso quegli specifici contenuti. Tipi di pubblicità Non hai capito bene di cosa si tratta e vuoi saperne qualcosa di più? Ecco qualche esempio di native advertising: In feed: sono quei contenuti che compaiono proprio all’interno del sito di un dato brand (magari sotto forma di articoli blog) che sembrano contenuti informativi ma nascondono un piccolo, impercettibile adv. Raccomandation Widget: hai presente quando leggi un articolo su un sito e alla fine, dopo averlo letto, compare la finestrella con “Potrebbe interessarti anche…”? Ecco, quello è un modo molto discreto di pubblicizzare altri contenuti Adv: sono gli annunci in display, quelli che compaiono sui motori di ricerca, per intenderci: solo che in questo caso gli annunci visualizzati saranno decisamente più coerenti con i contenuti del sito che stai visitando. Questo nuovo modo di fare pubblicità è più discreto: chi sceglie il native advertising lo fa sapendo di dover mettere al primo posto i contenuti, lasciando solo a margine la parte pubblicitaria.     Native advertising: 5 consigli utili Ma come si fa, in concreto, il native advertising? Come hai potuto capire, i modi di fare pubblicità sono sempre gli stessi: a cambiare è l’approccio. Ecco qualche consiglio per migliorare l’approccio e passare finalmente al native advertising: Metti al centro il cliente: i contenuti che prepari sono per lui e lui deve rendersene conto. Personalizza il più possibile i contenuti, fallo sentire importante. Pensa multicanale: per rendere tutto molto più omogeneo e coerente è bene curare al massimo la propria presenza sui social. Crea un calendario editoriale multicanale che ti assicuri una buona copertura. Declina nel modo giusto i contenuti, scegliendo i canali ed i formati giusti dove distribuirli, in modo che tutto risulti coerente. Valuta bene i contenuti che vuoi creare e scegli il formato giusto, quello più adatto alla tua audience. Se per esempio si tratta di giovani, la piattaforma più indicata per i contenuti pubblicitari potrebbe essere un social network. Trova la tua voce: pensare a contenuti che siano multicanale non vuol dire spiattellare lo stesso identico contenuto su tutte le piattaforme: trova un tono di voce che renda riconoscibile il brand ma che allo stesso tempo cambi a seconda del cliente a cui si rivolge. Il linguaggio di aziende internazionali non può di certo essere lo stesso con cui si parla ad un singolo cliente. Scegli di seguire obbiettivi che siano realisticamente raggiungibili: voler avere tutto e subito non è mai la scelta migliore, soprattutto quando si tratta di marketing. Se vuoi conoscere altri trucchi per rendere la tua pubblicità meno invasiva, segui il blog!
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Tiziana Troisi 13/12/2021

Marketing referenziale
  Quante volte prima di acquistare un prodotto che non conoscevi hai chiesto a qualche tuo amico se lo avesse mai provato? L’uomo è un essere piuttosto elementare che tende a fidarsi ciecamente del parere delle persone che conosce e che stima. Per questo anche oggi, nell’epoca dei social e dell’aiuto’ di Google, il passaparola ha ancora una forte influenza sulle scelte di acquisto. Per questo motivo, è importante prendere in considerazione la forza del passaparola quando è il momento di redigere un buon piano marketing. Ora è il momento di fare qualche piccola precisazione: se in passato con il termine passaparola si intendeva una chiacchiera tra utenti, oggi le cose sono leggermente cambiate: il passaparola esiste ancora, a cambiare è stato lo spazio dove ora si consuma. Per attivare un passaparola che sia degno di nota è fondamentale sfruttare la forza delle social community: riunire un gruppo di persone con uguali interessi in un gruppo, stimolandole al dialogo e all’utilizzo di un determinato prodotto, potrebbe essere il metodo giusto per stimolare il passa-parola prima del lancio o semplicemente per incrementare le vendite di un determinato prodotto. C’è però un lato negativo nella soluzione di affidarsi alle community: il sentiment, cioè il sentire della community riguardo un determinato prodotto, potrebbe non essere un preciso indicatore del successo o dell’insuccesso di un prodotto. Non è una metrica direttamente misurabile e potrebbe quindi indurre in errore. In realtà, per avere davvero idea di quanto il passaparola possa essere utile per pubblicizzare un prodotto, bisognerebbe rendere il fenomeno misurabile. Marketing referenziale: cos’è e come funziona Come fare? Semplice, basta affidarsi alla tecnica del referral marketing o marketing referenziale. Di cosa si tratta? Te lo spieghiamo subito. Si parla di marketing referenziale quando un’azienda chiede ad un opinion leader di convincere qualcuno a provare il prodotto che l’azienda chiede di sponsorizzare. Nel caso del referral, questa operazione di sponsorizzazione porta vantaggi ad entrambe le parti in causa. Ti spieghiamo meglio: l’opinion leader che decide di invitare un suo conoscente ad utilizzare una nuova app o un nuovo prodotto lo fa offrendo al suo amico la possibilità di usufruire di una particolare scontistica o vantaggio. A ricevere il vantaggio per non è solo il nuovo utente che utilizza il prodotto ma anche la persona che lo ha consigliato.  Si applica un meccanismo di questo genere, solitamente, quando si tratta di spingere e commercializzare l’utilizzo di un app. Hai presente quando scarichi una nuova app e ti appare una scritta del tipo “invita un amico”? Ecco, quello è uno dei tanti modi di fare referral. In passato è capitato che anche le compagnie telefoniche adottassero questa tecnica per accaparrarsi nuovi clienti. Le potenzialità di utilizzo della tecnica del marketing referenziale è potenzialmente infinita: come in un telefono senza fili, tantissime persone si passano la voce tra di loro e tanti potrebbero a loro volta trasformarsi in leader d’opinione. Vantaggi e svantaggi Proprio per questo motivo offerte di questo tipo hanno di solito una durata limitata, per permettere all’azienda di ottenere i lead desiderati. Un vantaggio importante di questo tipo di promozione riguarda proprio la possibilità di riuscire a tracciare di fatto il numero di nuovi contatti/potenziali clienti ottenuti. Di fatto, il marketing referenziale è un’evoluzione del classico passa parola, con la differenza che, in questo caso si può capire più facilmente quale sia il reale successo della campagna. C’è però un altro importante fattore di rischio quando si decide di utilizzare il metodo del marketing referenziale: è possibile che i clienti acquisiti con questa tecnica siano persone semplicemente interessate al vantaggio che era possibile ottenere con il primo download dell’app o con il primo utilizzo del prodotto. Succede, quindi, che questi utenti si dimostrino, nel lungo periodo, lead infruttuosi o inattivi. Da questo punto di vista, è piuttosto importante restare vicini ai clienti, invogliandoli all’utilizzo attivo del servizio. Lo sa anche chi non è esperto di marketing, d’altronde: il passa parola è importante ma non basta. E tu, ti sei mai servito del marketing referenziale per promuovere la tua attività? Ha funzionato? Raccontacelo nei commentI!
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Paola Palmieri 27/11/2020

Black Friday: 10 consigli per il tuo business online
Letteralmente “venerdì nero” il Black Friday ricorre l’ultimo venerdì del mese di novembre e già da qualche anno a questa parte si è fatto largo in Italia diventando appuntamento fisso per molti. Alcune ricerche hanno fotografato il consumatore più coinvolto: vuoi sapere chi è? Un uomo tra i 35 e i 44 anni ma non solo, riesce ad appassionare trasversalmente un po’ tutte le fasce d’età ingolosite, nel periodo che si avvicina al Natale, da scontistiche interessanti.  L’evento affonda le sue radici negli anni 60 ci troviamo in Canada e Stati Uniti e tradizionalmente è il giorno dopo il Ringraziamento. Perché proprio black? Per le tante persone che si riversano nelle strade a caccia dello sconto perfetto! Trattandosi di un evento tanto atteso non lasciare che ti colga impreparato: leggi con noi 10 consigli per una strategia ideale di marketing Black Friday.  1. Pianifica la promozione Se vuoi attirare un buon numero di clienti devi iniziare a pensare a come organizzare la tua strategia vincente subito dopo l’estate. Il periodo in cui i consumatori iniziano a fare le prime ricerche per questa giornata di sconti è il mese di ottobre, in cui inizia lo shopping prenatalizio. Attirali con promozioni interessanti.  2. Decidi come e quanto scontare Durante il Black Friday i consumatori puntano ad almeno il 20% di sconto ma, più è lo sconto meglio sarà, questo è evidente. Sii competitivo proponi sconti aggiuntivi per più prodotti acquistati insieme e crea l’attesa giusta magari con un countdown in homepage. Fa in modo che lo sconto sia chiaro.  3. L’importanza dei social In questa fase possono avvantaggiare il tuo sito di e-commerce e Facebook, Instagram, Youtube sono proprio quello che fa per te, ma crea campagne coinvolgenti e performanti. Usa video, immagini, slideshow e molto altro ancora.  4. Prepara bene il sito Su internet la lentezza non premia e diversi studi ce lo dimostrano. I clienti saranno interessati a più offerte disponibili per il Black Friday, non lasciarteli scappare. Concediti del tempo per migliorare la velocità del tuo e-commerce soprattutto in fase di pagamento o check-out.  Tecnicamente non dimenticare di: effettuare il backup di tutto: accertati di farlo periodicamente. Tutti dovranno riuscire ad entrare sul tuo sito di vendita senza rischiare un crash del sistema che qualora avvenga potrà essere ripristinato in men che non si dica proprio grazie a quest’operazione: non trascurarla mai. E se temi i picchi di traffico scopri i vantaggi del Cloud Server.  ottimizzare le pagine prodotto: comincia con il decidere cosa andrà in offerta e a che prezzo. Lavora sulla descrizione dei prodotti con un copy strategico in grado di farli emergere nel corso delle ricerche online: cerca le parole chiave su Google o Google trends. 5. Implementa il cross-selling Suggerimenti di vendita che sono collegati al prodotto che il consumatore sta per acquistare. Un esempio concreto? Amazon: se stai acquistando un cellulare subito ti viene proposta una cover di protezione. Idea da copiare non trovi? 6. Prepara il magazzino Fai una stima di quanto pensi di vendere, ordina i prodotti e tienili da parte per il Black Friday.  7. Usa il passaparola Ultimo consiglio è restare con i piedi per terra e usare internet per raggiungere più persone possibili senza dimenticare un canale più diretto e personale. I potenziali consumatori possono dribblare le pubblicità o le email ma un sano passaparola no.  8. E-mail marketing Prepara una campagna adeguata cercando di coinvolgere i tuoi clienti più affezionati con uno sconto speciale a premiare la loro fedeltà. Le e-mail rivestono un ruolo cruciale se fatte bene possono generare un ROI elevato. Poche e dritte al punto ma occhio all’oggetto però, scatena la tua creatività per non essere cestinato o messo in spam.  9. Cura il customer care Il Black Friday richiamerà clienti nuovi. Crea un canale per le richieste di assistenza e aggiorna la pagina di domande e risposte. 10. Le spedizioni Non trascurare l’ultimo e più importante elemento prendendo accordi con i corrieri assicurandoti che siano in grado di gestire le consegne.   Ora corri a fare un check e non dimenticare i ritardatari: estendi la promozione di qualche giorno e inizia ad incassare.  
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