I gatti nella rete del marketing

Le migliori strategie utilizzate dai brand sui social e in pubblicità

Paola Palmieri 17/02/2021 0

Oggi in Europa è la Giornata del Gatto: una buona occasione per festeggiare i nostri amici felini e un ottimo spunto per parlare di marketing. Diamo insieme uno sguardo agli spot meglio riusciti che li vedono attori o più semplicemente alle tante immagini e video che impazzano sul web. Come sono diventati protagonisti sulla scena del marketing? Scopriamolo insieme.

Il marketing emozionale

I gatti sono animali affascinanti in grado di sedurre sin dal primo sguardo e "graffiare" lo schermo. Questo il motivo per cui vengono spesso scelti per essere protagonisti delle pubblicità ma tutto parte dalle emozioni. Sono loro le prime a guidare le nostre azioni e a trasformare un utente in consumatore. 

È proprio avvalendosi di esse che vengono ideate delle campagne e attuate strategie di marketing per raggiungere un preciso scopo: la vendita. 

Scegliere gli animali come protagonisti di uno spot fa sì che essi divengano complici di uno stato emotivo che predispone all’attenzione prima e all’acquisto poi. Essi si fanno carico di un grande ed importante significato simbolico. Il cane è sinonimo di affidabilità - vedi Asso protagonista della pubblicità di Segugio.it - il gatto, al contrario, simbolo di autonomia e di intraprendenza. Ma entriamo nel vivo della questione. 

Social media e i gatti

Diverse sono le ragioni che ci fanno amare i gatti e a dircelo non è solo il nostro sesto senso ma un’indagine condotta qualche tempo fa da cui emerge che i gatti sono amati per quel musino schiacciato e il pelo morbido. Tra le ricerche più frequenti in rete troviamo meme gatti o immagini gatti ma non solo. I social vengono usati per fare ricerche sul prodotto giusto da destinare ai nostri pet.

Venendo al marketing: perché non usare quest’animale per portare in alto il nome di un brand e darne maggiore visibilità? Molte sono le aziende che lo hanno pensato ed attuato. Ovvio che i gatti restano protagonisti indiscussi nel settore del pet food o degli accessori su cui si riversa maggiore attenzione da parte dei proprietari e viene confermato dai numeri.

Stando al Rapporto Assalco Zoomark il mercato italiano segna un +2,8% rispetto al 2019 e la pubblicità riveste un ruolo fondamentale, soprattutto all’interno dello store, dove riesce ad influenzare e ad orientare la scelta di circa il 30% dei proprietari dei gatti. 

Pubblicità e gatti

Dolcissimi e intriganti non solo in rete ma anche in pubblicità. Una che è passata alla storia e non si può non conoscere quando si parla di gatti è quella di Netto Marken discount che qualche anno fa realizzò una pubblicità con gatti cassieri e clienti davvero riuscitissima. Il successo fu sottolineato da milioni di visualizzazioni e da vendite in crescita.

Da noi non è da meno ricordiamo tutti le campagne della Whiskas, della Purina One o l’elegante gatto argenteo di Sheba. Era il 1986 quando un gattino comparve sotto la pioggia per la pubblicità della Barilla e il 1993 l’anno del simpatico e pasticcione gatto Felix. Venendo a tempi più recenti anche Ikea ha ideato nel 2018 una campagna con un gatto dispettoso. 

Curiosità

Perché proprio il 17 febbraio in Italia si festeggiano i gatti? Presto detto! Negli anni 90 l’idea originale partì da una giornalista italiana la quale propose un sondaggio per decidere se e quando dedicare una festa agli amici pelosetti di casa. Bene, venne fuori che molti concordavano sull’idea di festeggiarli e fu proposta una data votata poi all’unanimità:

febbraio: mese dell’Acquario, spirito libero per eccellenza

17: portatore di sfortuna cosa in passato veniva attribuita ai gatti (neri soprattutto).

Se ti sei divertito a compiere questo viaggio felino insieme a noi, non perderti i prossimi appuntamenti con Marketing e non solo. 

 

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Gabriella Avallone 12/10/2020

Come funziona il Telemarketing
 Il telemarketing è un’attività di Direct Marketing, in parole semplici il modo di fare marketing attraverso una chiamata telefonica. Sembra un metodo antiquato di vendere, soprattutto ad oggi, dove la maggior parte delle campagne pubblicitarie avvengono tramite social.   Ma se questo fosse vero, perché allora molte aziende non vogliono farne a meno?   Fare telemarketing infatti non vuol dire soltanto una chiamata in stile call center ma si intende una telefonata commerciale a tutti gli effetti.   Mi spiego meglio. Una chiamata per assistenza tecnica è detta inbound e rappresenta il tipico contatto del cliente al call center attraverso l’ausilio di un numero verde. La chiamata in questo caso verterà su problematiche di vario tipo, spesso legate alla fruizione di un prodotto/servizio, ad esempio un pacco non arrivato, una promozione attivata per errore…ecc. Una telefonata di tipo commerciale o anche telemarketing outbound, è il contatto dell’operatore verso il cliente. Questa chiamata viene svolta da un account telefonico specializzato in grado di saper impostare una chiamata di questo tipo. La chiamata in questione, nasconderà una strategia ben precisa e proprio per questo risulta essere ancora oggi un buon mezzo per agganciare un potenziale cliente.   A cosa serve il Telemarketing: È uno strumento efficace per le vendite a distanza e viene considerato il contatto diretto tra l’azienda ed il cliente (B2C) o perché no con un’altra azienda (B2B).   Come fare Telemarketing: C’è da premettere che come le vendite di persona, il cliente il più delle volte è spinto ad “acquistare te”, nel senso che a parte il prodotto/servizio che si offre, egli viene persuaso dalla personalità, dal carisma, dalla fiducia che può riporre in te. Pertanto il comunicatore in questione deve prestare particolare attenzione al linguaggio ed al tono di voce dato che la trattativa avviene tramite telefono, senza la possibilità di potersi vedere dal vivo.   Solitamente lo schema da utilizzare è il seguente: 1)    Comprendere le esigenze del cliente attraverso i dati che abbiamo a disposizione. 2)    Focalizzare l’obiettivo della telefonata e cercare di raggiungere pertanto il proprio scopo; 3)    Instaurare una relazione professionale, presentandosi e dichiarando il motivo della chiamata; 4)    Fornire tutte le informazioni necessarie per mostrarsi competente del settore; 5)    Utilizzare le obiezioni come un’opportunità per dare ulteriori conferme; 6)    Convincere, cercando di formulare domande la cui risposta risulterà quasi sicuramente affermativa; 7)    Chiudere la chiamata appuntando ogni feedback, in modo tale da avere sempre uno schema preciso sugli andamenti che ci aiuterà a ricordare anche le informazioni personali di quell’utente. 8)    Concludere la trattativa.   Perché è così importante per le aziende? La risposta è semplice, è un modo per gestire il contatto dopo averlo profilato, essendo a conoscenza di tutte le informazioni che sono necessarie per comprendere le sue esigenze.   Infatti dopo aver annotato le preferenze di ogni singolo potenziale cliente in lista contatti, ci sono buone possibilità che la chiamata diventi “calda” (warm call). Avendo coltivato l’interesse di un cliente si arrivà a proporgli offerte sempre più vicine alle sue esigenze e dopo avergli dato la possibilità di scaricare materiale (video, foto o di aver letto di più tramite una semplice mail), ci sono più probabilità che la persona in questione decida di fissare un appuntamento o concludere una vendita.   Per quanto riguarda la ricerca dei contatti questa avverrà o tramite il filtro Inbound, creando in tal modo liste ad hoc per aiutarti a segmentare i contatti, in modo da inviare con più facilità informazioni in base all’interesse che essi hanno mostrato. Uno dei metodi più gettonati è collegare un CMR a delle Campagne Marketing che vengono lanciate tramite sito e social, dando la possibilità agli utenti di inserire i loro dati nel caso in cui volessero saperne di più.   Avrai sicuramente ricevuto chiamate da account telefonici e sicuramente sarai arrivato ad odiarli ma se dovessi dar loro un consiglio, quale sarebbe? Condividi la tua esperienza nei commenti.
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Paola Palmieri 26/02/2021

Marketing omnichannel: cos’è e perché è importante
Un tipo di approccio al marketing e alle vendite è quello che viene definito omnichannel vale a dire un modo per avvicinarsi al cliente fornendogli un’esperienza fluida, continua e senza interruzione alcuna. Il cliente, infatti, può decidere di effettuare acquisti comodamente da casa sfruttando il canale online del tuo e-commerce (tramite cellulare, pc o altro dispositivo) o, al contrario, di farlo fisicamente recandosi presso il punto vendita prescelto.   L’omnicanalità è appunto questo: un’azione sinergica ed un’esperienza integrata. Vediamola più da vicino. Marketing omnichannel: cos’è Per un’azienda puntare su un tipo di marketing omnichannel si traduce spesso in una scelta vincente perché, come definizione vuole, “per il consumatore non esiste più una netta distinzione tra spazio fisico e spazio virtuale” e dunque la relazione con il brand può avvenire in ogni tempo e in ogni luogo.  Questo tipo di strategia risulta essere molto efficace quando reparto marketing, sales e customer service si fondono dando di sé un’immagine univoca. Quale la differenza con il marketing multicanale? Scopriamolo di seguito.  Differenza con il marketing multicanale Mentre con il marketing omnichannel si parla di integrazione e sinergia tra i canali di comunicazione e quelli  di vendita, con la multicanalità essi appaiono piuttosto slegati tra loro. O meglio, concretamente sia chi usa l’omnicanalità sia chi punta sulla multicanalità ha dei canali di comunicazione con i clienti vale a dire siti, social, blog ecc. solo che: 1. nel primo caso c’è una buona progettazione e tramite queste piattaforme si riesce a dialogare con il cliente in maniera fluida 2. nel secondo caso (vale a dire quello della multicanalità) il risultato non è di perfetta integrazione per cui il messaggio giunge incoerente ed inefficace.   Marketing omnichannel: il segreto del suo successo Per buttar giù delle idee per un buon marketing omnichannel ci deve guidare sostanzialmente ciò che vuole il cliente. La customer experience è tutto ciò che conta per questo è bene progettare un’esperienza con delle offerte ad hoc.  Il consumatore, infatti, premia il brand qualora si senta al centro dell’attenzione e coccolato: largo ad offerte e a promozioni dedicate che conquisteranno il cuore dei clienti. Stando a delle indagini effettuate negli anni scorsi si evince come quasi il 50% dei clienti faccia acquisti di impulso sotto la spinta di un’esperienza cucita su misura per loro: gusti e preferenze.  Il segreto sta tutto in un lavoro sinergico tra i vari comparti all’interno dell’azienda, si parte da dati per offrire proposte coerenti ai propri clienti. Veniamo ai vantaggi.  Vantaggi del marketing omnichannel Impostando una buona strategia di marketing di questo tipo, diversi sono i vantaggi di cui potrai godere. Vediamone alcuni: • offerta personalizzata • diminuzione dei costi • aumento dei guadagni • incremento della lealtà dei clienti. Ma cosa vogliono al giorno d’oggi i consumatori che il marketing omnichannel riesce loro a dare? Scopriamolo insieme.  Cosa vogliono i consumatori Stando a varie indagini del settore risulta che il consumatore prima di procedere all’acquisto ha bisogno di: • sapere che c’è un punto di riferimento sempre cioè che possono contare su un addetto del servizio clienti • ricevere assistenza in tempo reale • ricavare tutte le informazioni di cui hanno bisogno senza le quali perdono di interesse • un servizio impeccabile.  Il caso Sephora Un caso su tutti di marketing omnichannel perfettamente riuscito è quello che vede la multinazionale delle profumerie francese mettere in campo strategie ad hoc rivolte ai clienti. Sephora, infatti, dà la possibilità ai propri clienti di vivere un’esperienza unica creando un account e immergendosi nel virtuale in beauty experience e sessioni di trucco che possono continuare poi in negozio.  Se hai trovato spunti interessanti nel corso della lettura del nostro articolo, programma anche tu la tua strategia omnichannel e continua a seguirci con i prossimi appuntamenti di marketing e non solo. Se hai dubbi, perplessità o pura curiosità contattaci pure, saremo felici di risponderti.   
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Tiziana Troisi 13/09/2021

Marketing tradizionale e marketing non convenzionale. Quali differenze?
Internet ha reso il marketing una materia ancora più complessa. Le nuove tecnologie hanno fatto sì che si moltiplicassero le strategie di vendita possibili. Così, accanto ai canali tradizionali, sono nati mezzi alternativi che hanno dato vita al cosiddetto “marketing non convenzionale”. Ma cos’è il marketing “convenzionale”? Si tratta di tutte quelle strategie di vendita tradizionali con le quali abbiamo convissuto fino a qualche decennio fa. La loro storia è strettamente connessa agli “old” media, leggiamo come… Marketing convenzionale cos’è Il marketing convenzionale è legato, come abbiamo detto, al mezzo utilizzato per diffondere il messaggio di vendita. Tv, radio, stampa, volantinaggio, cartellonistica ma anche fiere, sponsorizzazioni, porta a porta. Tutti i media tradizionali sono i canali ideali del marketing convenzionale che è legato ad una concezione della pubblicità anni ’60, data di nascita della pubblicità moderna. Si tratta di un tipo di comunicazione unidirezionale in cui il cliente è un semplice destinatario del messaggio. “Il marketing tradizionale è il processo di analisi, pianificazione, realizzazione e controllo delle decisioni riguardanti il prodotto, il prezzo, la promozione e la comunicazione al fine di creare scambi che consentano di conseguire gli obiettivi di individui e organizzazioni”. A dare questa definizione è stata la American Marketing Association nel 1988. Il paradigma delle 4P (Product, Price, Place, Promotion), considera il cliente come il target delle azioni di marketing volte a soddisfarne i desideri e i bisogni.  Definiamo il marketing non convenzionale Andando avanti nella nostra analisi della dicotomia marketing convenzionale e marketing non convenzionale, dobbiamo provare a definire quest’ultima strategia. Facendo ricorso a quella fornita da GlossarioMarketing.it  possiamo dire che “nel marketing non convenzionale rientra ogni azione promozionale che prevede l’impiego di soluzioni alternative, e generalmente anche più economiche, rispetto alla classica pubblicità tabellare che contraddistingue il mass marketing”. In questa descrizione si contrappongono le tecniche di vendita tradizionali alle nuove anche dal punto di vista economico. Nel corso degli anni ’80, con la nascita delle tv commerciali, l’azienda inserzionista doveva, infatti, confrontarsi con i concessionari discutendo di cifre sempre più alte. Il web ha cambiato completamente le carte in tavola fornendo strumenti e canali alternativi a disposizione di tutti. Grandi e piccole imprese. Non servono dunque grandi budget per una strategia di marketing non convenzionale, bensì tanta creatività! Marketing non convenzionale, alcuni esempi Tra le strategie di vendita “non convenzionali” che potremmo portare ad esempio ci sono: Il viral marketing Il guerrilla marketing Il buzz marketing L’influencer marketing Il marketing virale è una strategia di vendita basata su tecniche di comunicazione innovative che presenta i prodotti al pubblico in maniera alternativa. Si tratta di un tipo di marketing in cui il messaggio di vendita prevede un andamento “esponenziale”. Video e immagini di impatto, infatti, si diffondono in maniera massiccia facendo leva soprattutto sulle emozioni. Il guerrilla marketing mette insieme diverse forme di marketing per arrivare al cliente in maniera, appunto, “non convenzionale”. Questa strategia ha molteplici ed infinite manifestazioni, per cui dare una definizione univoca può essere riduttivo. “L’investimento maggiore nel guerrilla marketing si basa sul tempo, l’energia, l’immaginazione e le informazioni anziché sul denaro” scriveva Jay Conard Levinson. Installazioni e performance possono essere alcuni esempi di questa strategia. Fare Buzz marketing, invece, significa innescare un passaparola sul web perché si crei attesa, curiosità, interesse. Video teaser ed unboxing sono alcune espressioni di questo “buzz” del web. Spesso ad innescare il passaparola è proprio un influencer. L’Influencer marketing, infatti, è una forma di marketing che si basa sull’identificazione di figure in grado di generare influenza sugli utenti. I post, le foto su instagram e le stories, sono i contenuti più utilizzati da questi personaggi per promuovere brand e aziende dietro compenso.   Marketing convenzionale e marketing non convenzionale, scopriamo di più Leggendo di marketing convenzionale e marketing non convenzionale c’è una tecnica che ti ha particolarmente incuriosito? Continua a seguire il nostro blog per leggere articoli sempre aggiornati sull’argomento.  Proponici tu il tema del prossimo post nei commenti!
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